De Rango: “Surdo e Saporito vivono un vero e proprio abbandono”

Saporito e Surdo oltre ad essere decentrate rispetto al cuore della città,vivono un vero e proprio abbandono, nulla si è fatto in  questi ultimi sei anni per il rilancio di questi quartieri e delle periferie della città

Se una città viene apprezzata per il suo centro, quasi sempre cuore economico e commerciale,sono  quartieri e frazioni periferiche a darne caratterizzazione. Da questo punto di vista Saporito e Surdo oltre ad essere decentrate rispetto al cuore della città,vivono un vero e proprio abbandono.

Nulla si è fatto in  questi ultimi sei anni per il rilancio di questi quartieri e delle periferie della città. Se nelle ultime due tornate elettorali l’abbandono delle periferie veniva usato come slogan elettorale,bisogna registrare che l’attuale amministrazione, poco ha fatto per cambiare uno stato di fatto desolante

De Rango: “Surdo e Saporito vivono un vero e proprio abbandono”

Ci si aspettava una serie di interventi nella direzione del rilancio delle periferie, ma in questo la macchina comunale, a parte la manutenzione ordinaria di qualche strada, ha letteralmente abbandonato questi luoghi. Non un intervento capace di dare un po’ di slancio economico e sociale. Camminando per le strade di Saporito e Surdo si percepisce in maniera desolante e tangibile ciò che si tenta di dire. Mancano spazi di aggregazione sociale, aree dedicate allo sport, verde pubblico fruibile dalla comunità. Le due piazzette, una quella di Surdo, l’altra quella antistante il centro sociale, risultano abbandonate o adibite a parcheggio.

 

Anche l’alveo del torrente Surdo ricadente nella zona di saporito/failla è l’unico per il quale non si è previsto la realizzazione di un parco, con una serie di percorsi per allestire orti urbani e fattorie didattiche, percorsi di salute fisica e sportivi,in modo da renderlo fruibile tutto l’anno e trasformarlo in un luogo di socialità e produttività, capace di occupare la terza età, di avviare progetti con le scuole e l’integrazione dei molti immigrati, che potrebbero contribuire al mantenimento del decoro urbano. La nostra idea di città è questa, le nostre proposte vogliono superare gli steccati ideologici perché il bene comune è un bene superiore. Ma a volte come recita un vecchio adagio calabrese,”a lavà a capu aru ciucciu si perde tiampu e sapune”.