A sostenerlo Federazione Riformista di Rende, AttivaRende e Laboratorio Politico “Carlo Rosselli”
A noi spiace dover intervenire per correggere inesattezze pubblicate con comunicati, per verità un po’ troppo roboanti anche se in linea con lo stile già consolidato, a firma del cosiddetto Laboratorio Civico.
Scriviamo a proposito dell’entità dei fondi PNRR intercettati dall’amministrazione Manna. A quanto è dato rilevare dalle pubblicazioni ufficiali, disponibili per tutti sul sito www.italiadomani.gov.it all’indirizzo catalogo-open-data, Rende non è affatto la terza città calabrese nella classifica delle risorse PNRR assegnate ai comuni della Calabria, né tantomeno ha ottenuto 167,7 milioni di euro.
La realtà è, purtroppo per tutti noi rendesi, ben più modesta. Allo stato attuale, infatti, Rende otterrebbe fondi per soli 16,4 milioni di euro di cui 15,3 milioni di euro da finanziamenti PNRR e, nella relativa classifica, occuperebbe il settimo posto e non il terzo (Reggio Calabria per 146,7 milioni, Lamezia Terme per 111,7 milioni, Corigliano-Rossano per 60,6 milioni, Vibo Valentia per 34,4 milioni, Cosenza per 21,5 milioni, Catanzaro per 16,7 milioni). Fake news, errori di lettura o di battitura da parte del Laboratorio Civico?
Non ci sentiamo di attribuire agli estensori dell’articolo tanta malevolenza o cotanta ignoranza. Sarà stato certamente un errore di battitura, forse di punteggiatura. Cogliamo l’occasione, però, per ribadire che, a nostro modesto avviso, il risultato raggiunto dalla nostra città, quanto ad utilizzo del PNRR, è senz’altro deludente sia per la quantità delle risorse ottenute sia per la qualità dei progetti presentati.
Eppure Rende offre eccellenti condizioni per intervenire con opere strategiche nei settori dei rifiuti, dell’energia, dell’informatica, dell’innovazione tecnologica e digitale, della realizzazione e del completamento di grandi infrastrutture quali, ad esempio, il ponte sul Campagnano per collegare Viale Principe a Viale Mancini e dimostrare, con un atto concreto, l’unione delle due città.
Si tratta, invece, ad eccezione di un paio di investimenti i cui progetti risultano peraltro estratti e rispolverati da qualche cassetto, di manutenzione straordinaria di opere esistenti, spesso imbruttite dagli interventi stessi, o, addirittura, di lavori che è meglio non definire essendo inutili e dannosi come il taglio di 60/70 maestosi pini. A noi dispiace assai dover ammettere che è stata l’ennesima occasione persa per lasciare qualche traccia positiva di un passaggio fortemente negativo sul piano politico-amministrativo.