Il Comitato Cittadino di Rende ha intrapreso una intensa attività di sensibilizzazione e informazione sulla proposta di legge di fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero
La proposta di legge di fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero è a firma della maggioranza di governo regionale. Proponenti e firmatari sono i consiglieri di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Azione della provincia di Cosenza ovviamente su idea e mandato dei fratelli Occhiuto, Roberto il Presidente e Mario il Senatore.
Detta proposta è apparsa sin da subito antidemocratica, illiberale, ai limiti e forse oltre la legittimità costituzionale, ingiusta e sbagliata nei tempi, nei metodi e nei contenuti. Senza mezzi termini, si tratta di un atto di arroganza, violenza e disprezzo istituzionale, di strumentalizzazione costituzionale, di noncuranza delle condizioni di base, economico-finanziarie, sociali, culturali, di mancanza di rispetto verso le comunità ed i cittadini. Di fronte a questo comportamento così sprezzante di potere mai potrà trovarsi alcuna giustificazione e motivazione.
Parallelamente, il Comitato ha richiesto a tutti gli organi istituzionali coinvolti ed effettuato una serie di incontri con i soggetti politici e le autorità locali e regionali che nel frattempo si sono resi disponibili al dialogo e al confronto, ovviamente nessuno della succitata maggioranza di governo regionale.
Nel contesto appena descritto, si sono registrati un silenzio assordante ed un atteggiamento quasi consenziente e connivente dei partiti che avrebbero dovuto opporsi all’attuale governo regionale su un tema così importante e determinante per il futuro delle comunità interessate. Improvvisamente, a distanza di così tanto tempo, con un sussulto quasi imbarazzante, il PD cosentino, attraverso il circolo cittadino, il Segretario provinciale e i due consiglieri regionali eletti nella provincia di Cosenza, fa finta di prendere posizione sulla fusione e lo fa pure in maniera schizofrenica e contradditoria. Infatti, al netto delle dichiarazioni di Pecoraro, che riprendono in larga parte i concetti di contrarietà del Comitato, si registrano le note in sequenza solo temporale del circolo e dei consiglieri regionali cosentini del PD.
Rispetto allo stesso circolo di Cosenza, già dialogante e conciliante con la destra, nella nota di questi ultimi traspare un turbamento e un messaggio di disponibilità di voto alla ricerca di uno spazio peraltro non più disponibile.
Ma che fanno costoro invece di opporsi fermamente al sopruso che la destra sta per realizzare? Il circolo apre ad una assurda e pretestuosa “conferenza permanente di concertazione” tra i vari soggetti istituzionali coinvolti ed a una “assemblea costitutiva della città unica” dimenticando, forse volutamente, che a Rende l’amministrazione comunale è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. I consiglieri regionali affermano che la partita si gioca in Consiglio, rivendicano così il loro ruolo, leggasi voto che alla destra non serve e forse nemmeno interessa più di tanto, e inseguono il cavallo per vincere il trofeo della trasversalità dimenticando, in questo caso non volutamente, che nello scorso mese di novembre hanno sostenuto con forza tutti i rilievi negativi mossi dal Comitato rispetto alla proposta di fusione.
Tutti si sciacquano la bocca con il ritornello che la “città unica già esiste”, che poi non è vero per continuità territoriale e affinità culturale senza risolvere i guasti di bilanci fallimentari e servizi scadenti e offrire al tempo stesso un progetto di visione e valori realmente condivisi, ma nessuno ha l’onestà intellettuale di riconoscere a Rende la costruzione dell’area urbana, meglio conquistarla, annetterla, cancellarla, e farebbero bene i rendesi a rivendicarla, sarebbe l’ora giusta.