Pierpaolo Iantorno di RendeSì si rivolge a tutti i cittadini rendesi attraverso questa lettera aperta scritta di proprio pugno
Carissime concittadine e carissimi concittadini,
è arrivato il momento di uscire dal guscio del proprio privato per affrontare insieme i temi che riguardano il futuro della nostra Comunità, a partire dallo stato dei servizi che l’amministrazione comunale è tenuta a garantire per tutti. Da questa percezione dipende il giudizio che i Rendesi daranno sul livello di qualità della vita vissuta nella nostra città.
È un dato di fatto che, purtroppo, oggi i Cittadini vedono sempre più affievolita l’attenzione dell’amministrazione comunale sulle cose che maggiormente impattano su detti parametri.
Sembra che l’efficienza dell’amministrazione sia passata all’ultimo posto tra gli impegni della stessa. Attenti, però, i cittadini non si faranno ingannare da fumose iniziative come la farlocca esibizione di titoli roboanti, per esempio il riconoscimento di città europea dello sport, quando il comune ha abdicato anche alla gestione diretta di tanti impianti sportivi in cambio di canoni sospettosamente irrisori, oppure i tentativi di distrarre l’opinione pubblica con le polemiche sulla città unica, mentre si tenta di approvare un PSC (Piano Strutturale Comunale) senza il confronto e il contributo di tutti i soggetti interessati e l’assenza in Consiglio Comunale, a causa di vicende giudiziarie ancora in corso, del Sindaco con delega all’urbanistica, del Vicesindaco e dell’ex assessore ai lavori pubblici.
Se questo disegno dovesse riuscire, ne deriverebbe un danno irreparabile per la collettività. Si darebbe, infatti, inizio ad una costruzione del futuro priva di condivisione e imposta a colpi di maggioranze politicamente strane e tutte incapaci di offrire una visione di città nuovamente in grado di proporre soluzioni, opportunità e prospettive di vita migliori.
Non possiamo attendere gli eventi, dobbiamo cercare di anticiparli, determinarli, correggerli. Essere cittadini, società civile e opinione pubblica, impone la responsabilità di non restare inerti o indifferenti di fronte alle situazioni che condizionano la nostra vita collettiva.
Dobbiamo reagire alla mala gestione della cosa pubblica, perché il secondo mandato elettorale dell’avvocato Manna sta per chiudersi nel peggiore dei modi, in costanza di un’amministrazione sorda, muta e zoppa, assolutamente non al passo con i bisogni dei cittadini e incapace di cogliere le sfide e realizzare le aspettative della comunità. A Rende siamo alla seconda Commissione di Accesso Antimafia nel giro di nove anni e stavolta gli esiti appaiono ancora più incerti e preoccupanti.
Non sono i comunicati stampa, sfornati a getto continuo dall’amministrazione, a poter supplire all’assoluta mancanza di fatti amministrativi ed opere pubbliche, vecchie e nuove purché utili, in grado di lasciare tracce reali sul territorio e nel tessuto sociale di Rende.
L’avvocato Manna dovrebbe dire che fine hanno fatto la partecipazione attiva, la legalità, la trasparenza, l’imparzialità, la meritocrazia, l’equità e la giustizia, perché erano questi i valori che aveva garantito, solo a parole purtroppo per noi, e che, da sindaco, non ha praticato.
Noi rendesi avevamo creduto alle promesse di cambiamento e rinnovamento, perché era un’esigenza collettiva tanto sentita quanto elevata – che vale anche per l’oggi -, poi disattese negli atti e nei fatti, con spregiudicatezza e arroganza in un’esasperante continuità con il passato prossimo che ne aveva determinato la genesi.
Quanto accaduto negli ultimi dodici anni, rappresenta una brutta parentesi di storia rendese che ci deve servire da lezione quale esperienza utile per ripensare e ricreare le condizioni di base per un’efficace ripartenza.
Aver sbagliato e averlo riconosciuto, come la maggior parte dei cittadini rendesi oggi delusi, è di per sé prova di onestà, responsabilità, maturità e intelligenza, quale comportamento distintivo e pure innovativo rispetto a tutto ciò che si è abituati ad osservare nella realtà quotidiana.
Occorrerà molto impegno per spazzare via, una volta per tutte, la cappa di piombo che ammanta tutte le pratiche di pubblico interesse, a cominciare dai servizi offerti alla cittadinanza che sono stati, in un passato ormai remoto, la vera forza attrattiva della nostra città.
Non continuiamo a far finta di niente, che tutto sia normale e tutto si risolva naturalmente da solo, magari con l’intervento in occasione elettorale di soggetti illuminati: non è così, è ciò che la storia ci dimostra.
Dovremo mettere mano, con condivisione, coesione e consapevolezza, alle questioni relative ad acqua e rifiuti, strade, marciapiedi, piazze e parchi, scuole, pubblica illuminazione, patrimonio, impianti sportivi e altri immobili di proprietà comunale, attività produttive e commerciali, aree industriali e UniCal, centro storico e contrade, cimitero, settori e uffici comunali, Rende Servizi, servizi sociali, finanze e tributi, PSC e PAU, sanità, città unica.
Dovremo avere il coraggio di intervenire sugli affidamenti in appalto e sulle concessioni di beni e servizi pubblici a favore dei privati, che di fatto ne diventano poi padroni grazie a burocrati che scrivono gare e contratti inadeguati e penalizzanti per la stessa amministrazione e quindi per la collettività.
Queste pratiche, al pari di quanto registriamo per l’adozione del PSC e la gestione della Rende Servizi, non possono e non debbono più rappresentare strumenti di scambio e clientela, ossia ricerca di consenso e profitto, che perpetuano nel tempo il potere e il controllo di pochi su tutti gli altri.
Con lealtà e reale volontà, troveremo la forza di superare schemi e tattiche, abbandonando pettegolezzi, bugie e raggiri, per andare oltre le ambizioni individuali e le questioni interpersonali, per stare insieme e lottare per affermare principi, valori, obiettivi e regole, in grado, questi si, di far funzionare le cose per il bene presente e futuro della nostra città.