Imprenditoria, “Fatto in Calabria”: “Puntare a un maggiore e migliore dialogo fra pubblico e privato”

Sabato 11 novembre presso il museo Civico di Cariati si è tenuto il primo convegno di “Fatto in Calabria” nell’area ionica cosentina in cui si sono sviscerati gli aspetti che caratterizzano il mondo imprenditoriale calabrese

Fatto in Calabria a Cariati

“La bella Calabresità produttiva ed orgogliosa da raccontare e sostenere”, questo il tema del convegno che si è tenuto sabato 11 novembre al museo civico di Cariati, alla presenza del sindaco Cataldo Minò, della presidente di “Fatto in Calabria”, Katia Oliva, e dei soci dell’associazione.

A fare gli onori di casa, la dott.ssa Assunta Scorpiniti direttore del Museo Civico del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni, Cataldo Formaro, delegato territoriale per l’area ionica cosentina di “Fatto in Calabria” ed organizzatore del convegno, nonché il sindaco Cataldo Minò.

Si è trattato di un convegno appassionato e ricco di spunti interessanti che hanno dato luogo a un’ampia riflessione sullo stato dell’economia calabrese ed in particolare su come poter contribuire ad indirizzare la Calabria su un percorso di crescita vero e tangibile in tutti gli ambiti.

La consapevolezza della bellezza della nostra regione è stata esaltata da Formaro quando ha parlato di Cariati come “un grande resort da godersi ogni giorno”, un paradigma che si ritrova in gran parte della regione. Tuttavia, è stato sottolineato che purtroppo, gli aspetti positivi vengono controbilanciati da quelli negativi.

Ad esempio, dalla insufficiente capacità di intercettazione e di spesa dei fondi del PNRR, dai numeri che riguardano le scarse competenze digitali dei calabresi, “solo un terzo della popolazione ha competenze digitali” ha sottolineato l’imprenditore Natalino Aloise. Temi che hanno dato l’input a un confronto che ha visto una disamina sui pregi da valorizzare e i difetti da affrontare e limare sino a renderli innocui alla nostra società.

Per la presidente Katia Oliva, che ha portato i saluti del vicepresidente di “Fatto in Calabria”, Vincenzo D’Agostino, impossibilitato ad essere presente a causa di una improvvisa influenza, è necessario “saper comunicare la bella calabresità che c’è, che produce e che valorizza la nostra regione ed i singoli territori, andando a sdoganare stereotipi antichi e negativi”.

Un approccio condiviso da tutti i presenti, a iniziare dall’imprenditore Fortunato Amarelli che, lodando la funzione del museo civico di Cariati, custode della memoria cariatese, ha raccontato come la sua famiglia ed in primis la sua persona, abbia inteso mantenere in vita una realtà imprenditoriale molto particolare, vincendo la scommessa ed assumendosi la responsabilità del prosieguo dell’attività. Per Amarelli, a proposito di calabresità, “se c’è un brand calabrese conosciuto in tutto il mondo, quello è Pitagora. Si comprende, dunque, che non siamo periferia ma siamo al centro del mondo”.

I mezzi li abbiamo, l’amore per ciò che facciamo anche, non solo nella nostra regione ma anche in giro per il mondo.

“I calabresi che lavorano all’estero portano in alto il nome della nostra regione, portando sempre con se l’amore per la nostra terra” – ha detto Formaro che con la sua attività lavora spesso all’estero. Un concetto espresso anche dalla giovanissima Filomena Tangari, figlia del noto imprenditore Pietro Tangari, che ha parlato dell’avvincente esperienza imprenditoriale dell’azienda familiare nel Togo. Un amore spassionato che si tramuta in orgoglio, che ha dato vita però a un’altra riflessione, quella dell’imprenditore Giuseppe Paonessa: “Siamo formidabili fuori dai nostri confini ma in Calabria non riusciamo a collaborare”.

Invidie e gelosie, possono essere parte della causa dei nostri mali? E’ una delle tante domande a cui bisogna dare risposta il prima possibile, così come “è necessario comprendere che la Calabria se vuol crescere – ha detto Paonessa – deve affacciarsi ai mercati internazionali con grandi aziende e non con una galassia di microimprese”.

Fatto in Calabria a Cariati
Fatto in Calabria a Cariati

Tanta carne al fuoco, in un convegno che è stato a tratti sorprendente, specie se si pensa alla lucidità con cui il mondo dell’imprenditoria ha saputo intercettare i problemi e le cause del mancato decollo economico della regione.

Nonostante ciò, proprio gli imprenditori, con sacrificio e visione, qui portano avanti le proprie attività, danno lustro alla bella calabresità e consentono a tantissime persone di lavorare e vivere una vita dignitosa.

Innovazione e capacità di guardare lontano sin da piccoli, è anche questa una caratteristica ritrovata durante il dibattito, nell’esperienza di Michele Rizzo, chef pluripremiato che con il suo lavoro ha inteso privilegiare l’uso di materie prime calabresi, contribuendo a rendere famosi i prodotti della nostra terra e della nostra gastronomia.

Come rendere altamente produttivo il binomio territorio e turismo è stato il tema sviscerato dall’avv. Antonio Scarnato che ha puntato dritto alla necessità di collaborare maggiormente fra imprese e fra pubblico e privato. Il convegno non ha tralasciato nessun ambito produttivo. Per l’edilizia ha preso la parola l’avv. Marco Curti, Coordinatore Nazionale di Ance Giovani per la Macro Area Sud che ha sottolineato “il sistema edile calabrese è un vanto per la nostra regione per competenze e capacità”.

Il convegno è scivolato gradevolmente e appassionatamente verso i saluti dei soci Francesco Intrieri e Giuseppe Gagliardi e con gli interventi di diversi imprenditori giunti appositamente a Cariati, dal Tirreno e dall’area urbana cosentina, nonché dalla Valle del Crati. Interventi che alimentato il dibattito dando modo a tutti di poter esprimere la propria opinione, figlia della propria esperienza.

Prima delle conclusioni, affidate al responsabile della comunicazione di Fatto in Calabria, Ferdinando Isabella, i presenti hanno espresso con un lungo applauso, piena solidarietà e vicinanza al giornalista Luigi Cristaldi, colpito nelle scorse ore da un atto intimidatorio.

“Abbiamo la bellezza e le capacità dalla nostra parte, ma perché i dati ci smentiscono relegandoci agli ultimi posti per reddito pro capite e non solo?” – è stato uno degli spunti di riflessione di Isabella, espresso nelle sue conclusioni. Una domanda che potrà essere il punto di partenza per un prossimo incontro.

Nelle ultime battute, la presidente Katia Oliva, nel ringraziare tutti, ha dato appuntamento a un futuro evento pubblico che si terrà nelle prossime settimane non mancando di evidenziare che “da questo convegno si evince che la Calabria ha bisogno di un maggiore e migliore coordinamento in tutti gli ambiti produttivi, coinvolgendo quegli imprenditori che con passione ma soprattutto con merito hanno saputo valorizzare le proprie aziende dando lustro alla nostra regione”.

“Progresso – conclude Oliva – fa rima con maggiore e migliore dialogo fra pubblico e privato, solo così si può pensare a una Calabria produttiva non solo bella ma anche efficace nel tessuto sociale”.