Nuove regole europee in materia di default, intervento di Perrotta di ConfimpresaItalia

Mondo produttivo alle prese con le conseguenze della crisi economica, il presidente di ConfimpresaItalia per la provincia di Cosenza, Damiano Perrotta, mette in guardia sulle nuove regole europee in materia di default

Nuove regole europee in materia di default, intervento di Perrotta di ConfimpresaItalia

A partire dal 1° gennaio 2021 entreranno in vigore le nuove regole europee in materia di classificazione dei debiti in default (ovvero, in stato di inadempienza di obbligazioni verso la banca).

La nuova normativa prevede i criteri e modalità più stringenti rispetto a quelli finora adottati dagli intermediari finanziari (banche, società di leasing, finanziarie).

Nuove regole europee in materia di default, intervento di Perrotta di ConfimpresaItalia
Nuove regole europee in materia di default, intervento di Perrotta di ConfimpresaItalia

Con le nuove regole si specifica che per arretrato rilevante si intende un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Per le persone fisiche e le PMI con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.

L’impresa che viene a trovarsi in stato di default, anche in relazione ad un solo finanziamento, vedrà il passaggio in default di tutte le sue esposizioni nei confronti della banca. Inoltre, potrebbe avere ripercussioni negative su altre imprese ad essa economicamente collegate, esposte nei confronti dei medesimo intermediario finanziario.

E’ di fondamentale importanza, quindi, onorare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente e di rispettare il piano di rimborso dei propri debiti non trascurando anche importi di modesta entità, al fine di evitare la classificazione a default che rileva anche ai fini della segnalazione in Centrale Rischi di Banca d’Italia. Ma vediamo in dettaglio quello che potrebbe accadere in caso di inadempienza in caso si presenti un ritardo nei pagamenti.

Come evitare il default
Come evitare il default

“Se il cliente è un privato o una PMI e l’importo in arretrato supera i 100 euro, o che l’importo in arretrato è superiore all’1% del totale delle esposizioni verso il gruppo bancario, ed i giorni di arretrato superano i 90 giorni consecutivi di esposizione, il debitore entra tecnicamente in stato di default” – spiega Damiano Perrotta, presidente di ConfimpresaItalia per la provincia di Cosenza.

“Tutti i finanziamenti a capo dello stesso debitore – aggiunge Perrotta – sono in default e la banca può avviare azioni di tutela”. “Il debitore in questa delicatissima fase subirà delle ripercussioni economiche notevoli, che se non gestite correttamente e in tempi relativamente brevi, pregiudicheranno il corretto svolgimento dell’attività d’impresa. Secondo la nuova regolamentazione, per uscire dal default, devono trascorrere almeno tre mesi dal momento in cui non sussistono più le condizioni per classificare l’impresa in default. Durante questo periodo, l’istituto di credito valuta il comportamento e la situazione finanziaria dell’impresa, e trascorsi i tre mesi, può revocare lo stato di default se vi è un miglioramento effettivo e permanente”.

E’ necessario quindi trovare delle soluzioni, ed evitare di entrare in questo circolo vizioso.

“Certamente – continua il dirigente di ConfimpresaItalia – il consulente aziendale dovrà verificare ogni passo dell’azienda fornendo indicazioni precise nel ricorso al credito bancario. Le problematiche che si andranno a definire nel corso del prossimo anno saranno diverse. Le valutazioni dovranno tenere conto della crisi del nostro sistema economico e finanziario”.

“Pare evidente, e di non trascurabile entità, che una valutazione errata del quadro economico finanziario possa portare a conseguenze disastrose nella tenuta delle PMI. Si dovrà, questo è il mio auspicio, rivedere e slittare tali normative per tutto il periodo di emergenza al fine di evitare ulteriori e catastrofiche ripercussioni economiche nell’economia reale del paese” – conclude Perrotta.