
In una lettera diffusa quest’oggi Pasqualino Pandullo sottolinea come non ci sia stata “nessuna corsa allo scoop”.
Per di più “dopo la nostra inchiesta l’Assessore si è dimesso, nessun intento denigratorio dunque – precisa Pasqualino Pandullo – come afferma l’avv. Marcello Manna nella sua missiva dove, piuttosto, s’intravede il tentativo del Sindaco di Rende di consigliare “servizi su fatti ben più rilevanti che quotidianamente accadono sul territorio regionale”.
Pandullo fa riferimento ad “una lettera a me indirizzata e pubblicata sul suo profilo Facebook, in cui il Sindaco di Rende, avv. Marcello Manna, muove accuse gravi e inaccettabili all’operato del TGR Calabria da me diretto, a proposito dei recenti servizi giornalistici riguardanti il Comune da lui amministrato”.
“Quello sul “Caso Parco Acquatico” – prosegue il caporedattore del TGR Calabria – trae origine da un filmato pubblicato su Instagram dal figlio di un Assessore di quel Comune e da un’iniziativa sindacale concernente il mancato pagamento dei lavoratori della struttura. Il sindaco Manna è stato sentito in proposito e sull’argomento sono state riportate le sue affermazioni, supportate da documenti da lui stesso richiamati. Quello sui Liquami nel torrente Surdo – che parte dalla segnalazione, arrivata in Redazione, di un gruppo di cittadini – è stato affrontato definendo correttamente i termini del problema”.
Ritorna poi alle minacce rivolte dal gestore della struttura Vivacqua alla giornalista Erika Crispo: “Sono stati pertanto rappresentati senza censure né pregiudizi due argomenti di vivo interesse sociale. Dai servizi sul Parco Acquatico inoltre, sono scaturite minacce di morte nei confronti dell’autrice che il Sindaco Manna, dopo averle espresso solidarietà, nella sua nota su Facebook ora tende a screditare”.