Rende, l’ex assessore Ziccarelli contrario al conferimento della cittadinanza onoraria al Prefetto

L'ex assessore Ziccarelli sul conferimento della cittadinanza onoraria al Prefetto da parte del primo cittadino di Diamante, Magorno: “genuflettersi ad alcuni poteri dello Stato sia voler dichiarare il fallimento della Politica”

Domenico Ziccarelli

L’ex assessore Ziccarelli sul conferimento della cittadinanza onoraria al Prefetto da parte del primo cittadino di Diamante, Magorno: “genuflettersi ad alcuni poteri dello Stato sia voler dichiarare il fallimento della Politica”

Non è fuori luogo far rilevare ai dirigenti politici, compreso Ernesto Magorno, di tradizione Socialista e punto di riferimento di Italia Viva, che quando la politica si mostra debole  gli altri poteri dello Stato, soprattutto taluni, assumono caratteristiche assai perniciose. Lo hanno scritto e detto i grandi leader, a cominciare da Giacomo Mancini. Fu proprio lui, poi seguito da Pannella, da Loris Fortuna e poi, tardivamente anche da Craxi, a denunciare lo strapotere delle “greche” e degli “ermellini”, protagonisti di decenni di scorribande che avevano l’unico scopo di piegare la rappresentanza politica, l’unica legittimata dal voto popolare.

Domenico Ziccarelli
Domenico Ziccarelli

La politica non deve mostrarsi prona, soprattutto quando ad essere colpite sono le comunità. Giova ricordare che lo scioglimento di tante amministrazioni locali è il segno, spesso, di forzature e di cointeressenze non proprio adamantine. Di questo si occuperà la storia. Ricostruzioni parziali, forzature procedurali, scarsa trasparenza, ambiguità sono i tratti distintivi di molte scelte che hanno penalizzato città, amministratori, dirigenti e funzionari poi magari prosciolti, ma in tempi così lunghi dal vanificare le sentenze medesime. Da un dirigente politico, ed ex parlamentare come Magorno, ci si attenderebbero ben altre posizioni che magari potrebbe rilevare nelle giuste e coraggiose denunce del suo leader, Matteo Renzi. La grandezza di certi leader è sostituita dalla debolezza, dalla fragilità, dal timore revenziale di certi altri e questo non depone bene.

Certo, difendere il buon nome di Rende in un contesto avvelenato ed in subbuglio, con il proliferare di provvedimenti cautelari, riletti, corretti o annullati nei gradi di giudizio, diventa un’impresa titanica. IL populismo forcaiolo, prima di una certa sinistra e poi di una certa destra primeggia. E tanti codardi si chiudono nel silenzio, millantano, suggeriscono e poi si nascondono. Rende non è una città di mafia, non lo era e non lo è. Eppure questo è stato deciso anche con il “parere” di certi poteri che non hanno brillato per chiarezza e trasparenza. E questo Ernesto Magorno dovrebbe saperlo, esposto alla gogna mediatica di certi giornali e giornalisti. Sapere e capire quanto è doloroso subire taluni trattamenti. Ma anche di questo la storia si incaricherà di “far giustizia” e quel giorno Magorno dovrà ricredersi. Gli è già capitato di farlo.

Dunque, questo è.

Peraltro l’Istituto della “cittadinanza onoraria” è rivolto ad esaltare persone ed avvenimenti che vanno oltre l’ordinarietà. Normalmente dovrebbe essere così. Non già a coloro che per dovere e servizio svolgono il loro ruolo.

Non so se l’ex parlamentare Ernesto Magorno conosce gli antefatti, i fatti e le determinazioni che hanno determinato lo scioglimento del Comune di Rende. Da ex parlamentare dovrebbe sapere quanto controverse e, spesso inquietanti sono tali determinazioni, vieppiù se si fondano su documenti e provvedimenti giudiziari molto aggrovigliati e che hanno già prodotto una serie di ripensamenti e ravvedimenti dell’Autorità Giudiziaria superiore. Se li conosce farebbe bene a dire il suo pensiero, ancor prima di prodursi in riconoscimenti, per carità legittimi, ma politicamente molto deboli, perché non vogliamo pensare che anche lui sia genuflesso a certe dinamiche ben lontane dalla politica con la “P” maiuscola.