Reparto Prevenzione Crimine, Rendesì: preoccupati per la paventata chiusura

RendeSì condivide pubblicamente la preoccupazione per la paventata chiusura dei Reparti Prevenzione Crimine calabresi

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RendeSì condivide pubblicamente la preoccupazione per la paventata chiusura dei Reparti Prevenzione Crimine calabresi

Noi di RendeSì, al fronte dei principi di legalità ed a tutela della sicurezza pubblica sin dalla nascita del nostro movimento, condividiamo pubblicamente la preoccupazione per la paventata chiusura dei Reparti Prevenzione Crimine calabresi.

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In nome e solo in nome della razionalizzazione, principio economico interpretato ad uso e consumo dei pubblici decisori, riteniamo, ed i fatti quotidiani purtroppo lo confermano, che non si debbano chiudere i presidi di sicurezza, e questo fa il paio con quanto continua a verificarsi nel settore della pubblica sanità, ma questa è tutt’altra partita, in dispregio ai valori fondamentali della Costituzione.

A Rende, poi, dove di recente è stata sciolta l’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose, dove insistono il campus universitario più grande d’Italia e l’area industriale più grande della Calabria, dove risiedono i maggiori interessi economici, attuali e potenziali per nuovi investimenti pubblici e privati, con tassi di penetrazione della criminalità tra i più alti a livello nazionale.

Il Reparto istituito a Rende solo nel 2018 in una sede concessa dall’ANAS a titolo gratuito rappresenta uno dei tre centri presenti in Calabria con la finalità di presidiare la più vasta provincia calabrese.

Il territorio cosentino, dai dati annuali sulla pubblica sicurezza, occupa i primi posti nei reati di mafia, atti di violenza, intimidazioni, usura e tangenti, furti, e quello rendese in particolare, perché centro economico e sociale dell’area urbana, si distingue per la pervasività dell’area grigia in tutti i settori della vita pubblica, istituzioni comprese.

Ci uniamo, pertanto, all’appello rivolto dai Sindacati di categoria e dalle stesse Forze di Polizia ai nostri governanti affinché venga scongiurata la chiusura di questi importantissimi presidi di sicurezza per i cittadini dell’intera provincia cosentina.